Assofloro coglie l’occasione della ricorrenza dedicata agli alberi per affrontare lo spinoso problema del vivaismo forestale e non solo. L’Associazione si fa promotrice di una proposta concreta che possa portare, nel più veloce tempo possibile, alla messa in produzione di piante coltivate in Italia per rispondere alle richieste dei bandi pubblici e dei progetti sostenuti da privati.
“Piante italiane e coltivate in Italia!”.
Così esordisce il sistema produttivo florovivaistico di Assofloro in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi che diventa l’occasione per riflettere sulla produzione vivaistica forestale italiana: non ci sono le piante ma pare si faccia fatica ad ascoltare la proposta concreta di volerle coltivarle in Italia. L’Associazione di secondo livello presente a livello nazionale nel settore del florovivaismo e del paesaggio, prende posizione, evidenziando una situazione che rischia di peggiorare ulteriormente il già complesso reperimento degli alberi per fare fronte ai bandi del PNRR e per le sempre più numerose attività di forestazione e riforestazione, e si fa promotrice di un’iniziativa per trovare una soluzione concreta nel giro di poco tempo, in modo da rispondere alle richieste che derivano dall’avvio dei progetti sostenuti da bandi pubblici e anche da soggetti privati.
“Il sistema imprenditoriale florovivaistico non intende perdere l’importante opportunità data dal PNRR in materia di forestazione – afferma Nada Forbici, presidente di Assofloro – ma è certo che sarà così se non ci sarà una corretta concertazione tra le istituzioni e il mondo produttivo”. “Possiamo comprendere, in questa fase iniziale di avvio dei progetti di forestazione, la scelta del Mite di fare coltivare la prima tranche di alberi che andranno piantati entro dicembre 2022 a un unico Vivaio regionale, vista la totale assenza di pianificazione anche da parte della stragrande maggioranza delle Città Metropolitane ma certo non possiamo accettare che questo diventi la soluzione per le piante che andranno piantate entro il 2024 e poi 2026. E neppure accettiamo che le piante vengano coltivate da Vivai d'Oltralpe con i nostri semi, come pare stia accadendo”.
Le piante devono essere italiane e coltivate in Italia, con il contributo dei vivai privati che possono moltiplicare la capacità produttiva dei Vivai Regionali da cui proviene il materiale certificato utilizzato per le forestazioni. Per fare questo, sottolinea Assofloro, abbiamo bisogno di iniziare fin da subito a pianificare le coltivazioni in collaborazione con i Centri Nazionali Biodiversità dei Carabinieri, che detengono i materiali di propagazione di qualità e di provenienza certa, e con i Vivai Regionali, che hanno grande esperienza e capacità in termini di germinazione e prima coltivazione delle giovani piante, per concertare con loro l’azione di accrescimento nei nostri siti produttivi. In questo modo possiamo mettere velocemente sul mercato la pianta giusta, in salute e controllata dal punto di vista fitosanitario, con la garanzia di provenienza certificata.
“Quello che chiediamo – continua Forbici – è che il Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza possa essere davvero utile anche al sistema vivaistico italiano, affinché le aziende possano resistere e continuare a occupare la numerosa manodopera necessaria. E oltre alla coltivazione del postime forestale, è anche necessario che la piantagione e la cura degli alberi fin dal loro impianto, venga affidata ed eseguita da aziende florovivaistiche agricole e artigiane locali, perché purtroppo anche questa specifica non sempre è presente nei pochi Bandi fin qui usciti”.
Altro aspetto importante che vogliamo portare in evidenza in questa giornata, conclude Assofloro, è il rispetto delle pratiche commerciali tra la PA e le nostre aziende, come previsto dal Dlgs 198/21, in modo particolare nel rispetto del giusto reddito e del termine di pagamento.
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